SVILUPPO RURALE E RAFFORZAMENTO DELLA CAPACITÀ DI RESILIENZA

DELLE COMUNITÀ NEI
DISTRETTI DI MAGUDE,
MOAMBA E MANHIÇA
– MOZAMBICO

Persone

Il team di progetto

Lo staff di progetto si divide tra il lavoro di campo, finalizzato all’assistenza tecnica, e quello di ufficio, che include programmazione, analisi dei dati, amministrazione e logistica

Paolo Gomiero

Coordinatore

Jonas Nhagole

Autista

Gabriel Maulele

Autista

Alfredo Chilengue

Autista

Idelson Malungane

Logista

Liliana António da Costa

Contabile

Lucrêncio Mussá

Tecnico di monitoraggio e valutazione

António Matola

Formatore

Nelson Nhambir

Tecnico idrico

Natércia Langa

Agronomo

Euclávio Manhiça

Agronomo

Arlindo Macie

Agronomo

Sono Paolo Gomiero, ho 59 anni, sono il rappresentante di Helpcode in Mozambico e coordinatore generale del progetto AID 10862 implementato dal consorzio formato da Helpcode, Istituto Oikos e ASeS. Il mio ruolo è quello di assicurare che gli obiettivi previsti dal progetto vengano raggiunti nel rispetto delle procedure previste.
In collaborazione con lo staff di progetto e funzionari di governo elaboro pianificazioni operative che guidano il nostro intervento. Il mio ruolo inoltre comprende il monitoraggio delle attività, la gestione delle relazioni istituzionali, la gestione amministrativa e delle risorse umane.

Mi chiamo Jonas Nhagole, ho 32 anni e sono uno degli autisti del progetto: il mio compito è quello di accompagnare il personale tecnico e trasportare materiali quali sementi, attrezzi da lavoro, tubature. Come autista, devo garantire che i viaggi nelle zone di intervento si svolgano in tutta sicurezza e nei tempi previsti. Mi piace molto questo progetto perché mi permette di conoscere meglio le nostre comunità e il loro modo di vivere, e di apprendere nuovi modi di fare agricoltura.

Mi chiamo Gabriel Maulele, ho 41 anni, e sono uno degli autisti del progetto. Il mio compito è garantire il trasporto dei tecnici e dei materiali nei distretti in cui il progetto interviene. Trovo il progetto molto interessante perché promuove lo sviluppo agricolo nelle comunità, un elemento fondamentale per la lotta contro la fame e la malnutrizione. Per me è importante contribuire alla crescita della mia organizzazione, svolgendo la mia professione con zelo e dedizione.

Mi chiamo Alfredo Chilengue, ho 71 anni, e sono uno degli autisti del progetto. Il mio ruolo richiede una guida difensiva, che garantisca che i tecnici e i materiali di progetto giungano a destinazione in tutta sicurezza. Quello che mi piace del progetto è che mi permette di scoprire le comunità, le loro abitudini, e anche nuove tecniche di produzione agricola, che sono quelle che i nostri agronomi divulgano tra i membri delle associazioni. Il progetto, inoltre, permette ai produttori agricoli di migliorare la loro capacità di affrontare situazioni avverse come quelle causate dalla siccità.

Mi chiamo Idelson Malungane, ho 27 anni, sono formato in Gestione bancaria e assicurativa e in Logistica e procurement. Dopo aver esercitato altre funzioni in Helpcode nei precedenti progetti di emergenza, oggi rivesto il ruolo di logista del progetto. La componente più importante del mio lavoro ha a che vedere con la pianificazione degli acquisti (ad esempio delle sementi), che deve rispettare i tempi della produzione agricola, l’interazione con i fornitori e con la gestione delle uscite sul campo dello staff tecnico e l’uso dei mezzi. Un logista deve essere in grado di gestire ogni tipo di situazione, per quanto a volte possa essere stressante.
La componente che ritengo più interessante è quella agricola perché, insieme alla riabilitazione dei sistemi irrigui, sta producendo dei cambiamenti significativi nelle aree di intervento, e penso che il progetto sia da elogiare per questo.

Mi chiamo Liliana António da Costa, ho 27 anni, sono laureata in Contabilità e Auditing e lavoro come contabile del progetto: il mio ruolo è quello di garantire che la documentazione amministrativa, contabile, finanziaria e quella relativa alle risorse umane sia in linea con le procedure dell’organizzazione e del donatore. A questo fine, la maggiore complessità del mio lavoro è appunto fare in modo che la registrazione, l’archiviazione e l’invio di tutta la documentazione contabile e amministrativa del progetto sia realizzata conformemente a quanto previsto, in modo chiaro, preciso, corretto e rapido. Penso che il progetto – in particolare nelle sue componenti di agricoltura, allevamento e irrigazione - dia un contributo rilevante nello sviluppo delle comunità beneficiarie, in particolare nella lotta alla povertà e alla malnutrizione.

Mi chiamo Lucrêncio Mussá, ho 25 anni, sono laureato in Scienze statistiche. Il mio ruolo nel progetto è quello di tecnico di monitoraggio e valutazione. Trovo molto interessante il modo in cui il progetto collabora con le associazioni e con le comunità, stando al loro fianco nelle difficoltà e nei successi nella lotta contro la siccità e contro il cambiamento climatico. Questa collaborazione permette di rafforzare i produttori agricoli e migliorare l’alimentazione delle loro famiglie, contribuendo in questo modo allo sviluppo delle comunità e del paese. Una delle sfide principali del mio lavoro è il fatto di essere coinvolto in tutti i settori del progetto, in modo da poter costruire un sistema di dati e informazioni completo per tutte le attività che realizziamo: in questo modo possiamo sempre avere sotto controllo possibili problemi e correggerli nel modo più appropriato.

Mi chiamo António Matola, ho 42 anni e sono responsabile del settore formazione. Il mio lavoro consiste, di fatto, nell’identificare i meccanismi più efficaci per contribuire al rafforzamento delle competenze professionali dei diversi gruppi di beneficiari: produttori agricoli, allevatori, meccanici agricoli, amministratori delle associazioni e tecnici dei Servizi Distrettuali con i quali collaboriamo. Lavorare in questo settore è per me una grande soddisfazione perché in pratica, nel mio quotidiano e soprattutto nel contatto con i beneficiari, mi fa pensare di essere un “agente della trasformazione”, qualcuno il cui lavoro incide direttamente sulla forma di pensare, di essere e di agire delle persone. Ancora più gratificante è capire che, con i nostri sforzi e dedizione, contribuiamo, in un certo modo, a migliorare la qualità della vita delle persone o delle comunità in cui vivono, e questo è fantastico. In questo settore del progetto le sfide sono enormi, ma sono consapevole che mi fanno crescere giorno per giorno. Lavoriamo con persone che, nella maggior parte dei casi, hanno un basso livello di scolarizzazione, o che sono analfabete: per questo dobbiamo raddoppiare gli sforzi e liberare tutta la nostra immaginazione per identificare metodi di insegnamento e di apprendimento sempre più efficaci e adeguati al contesto e che producano i risultati desiderati.

Mi chiamo Nelson Nhambir, ho 38 anni e sono laureato in Ingegneria idraulica. Sono il tecnico idrico del proegetto: mi occupo della riabilitazione e miglioramento dei sistemi irrigui già esistenti presso le associazioni beneficiarie e dell’installazione di nuovi sistemi, del recupero delle vasche di trattamento per il bestiame e delle fonti d’acqua per uso umano e zootecnico. Mi piace molto il livello di collaborazione che noi staff di progetto manteniamo con le comunità e le associazioni, perché questo ci permette di ottenere risposte rapide e buoni risultati in termini di miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie. Nel mio settore, la sfida principale è garantire la fornitura costante di acqua per i diversi usi (umano, agricolo, zootecnico) e divulgare in modo adeguato le tecniche più appropriate di gestione delle risorse idriche e dell’ambiente in un contesto di cambiamento climatico.

Mi chiamo Natércia Langa, ho 29 anni, sono laureata in Ingegneria Rurale e faccio parte del team di agronomi del progetto: il mio ruolo è fornire assistenza tecnica ai produttori agricoli attraverso il trasferimento di tecniche di produzione avanzate. Lavorare con i membri delle associazioni di contadini è estremamente stimolante, perché sono uomini e donne con molte competenze, esperienza, ed ognuno ha la sua maniera di recepire le informazioni; ed è molto incoraggiante vedere che le tecniche che introduciamo attraverso i campi di dimostrazione sono utilizzate negli appezzamenti di terra dei singoli membri – sono tecniche che non solo migliorano la produzione e la produttività dei contadini, ma rafforzano anche la loro capacità di essere resilienti di fronte a situazioni avverse.

Sono Euclávio Manhiça, ho 25 anni e sono laureato in Ingegneria Agronomica. Come agronomo, il mio lavoro consiste nel divulgare tecniche e tecnologie di produzione e trasformazione agricola attraverso i campi di dimostrazione che realizziamo nelle associazioni beneficiarie del progetto; fornire ai produttori agricoli sementi e attrezzi al fine di migliorare la loro produzione e dunque anche il loro reddito; contribuire al miglioramento del settore dell’allevamento promuovendo la produzione di fieno e la recinzione delle aree da pascolo. Mi piace molto lo stretto livello di collaborazione che esiste tra il team di progetto e le associazioni, perché ci permette di sviluppare insieme delle risposte che contribuiscono a migliorare la vita delle persone attraverso il lavoro agricolo, gli scambi di opinioni e la costruzione di una visione innovativa che i produttori – prima scoraggiati per gli effetti della siccità – stanno facendo propria.

Mi chiamo Arlindo Macie, ho 36 anni, sono laureato in Ingegneria Agronomica e ho completato un master in Scienze Ambientali. Sono uno degli agronomi del progetto e il mio ruolo prevede di sensibilizzare i produttori in merito all’adozione di buone pratiche agronomiche; migliorare l’organizzazione delle associazioni; collaborare con loro nella pianificazione delle attività produttive. Ed infine, una componente fondamentale del mio lavoro e di quello dei miei colleghi agronomi è il trasferimento di tecnologie e lo sviluppo delle competenze dei produttori in modo partecipato, attraverso campi sperimentali e dimostrativi. In questi campi condividiamo con gli agricoltori pratiche agricole innovative e sostenibili dal punto di vista sociale, economico e ambientale in un contesto di cambiamento climatico, e discutiamo anche le dinamiche degli agroecosistemi e la loro interazione con l'ambiente circostante al fine di sensibilizzare i produttori sull'impatto delle loro attività a breve e medio termine. Quello che mi motiva maggiormente è vedere i cambiamenti prodotti dal progetto sulla vita dei produttori agricoli e delle loro famiglie: l’aumento della produzione e della produttività sono un fatto, e il reddito dei membri delle associazioni sta gradualmente migliorando. La mia sfida principale come agronomo è riuscire a infondere nei produttori la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità delle attività agricole, dell'adozione di tecnologie e della coesione nelle associazioni.

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